Sia l’amministrazione comunale di Meldola, sia la ditta esecutrice dei lavori sono state condannate dalla Corte d’Appello civile di Bologna al risarcimento di 9.000.000 di euro.
Che le nostre strade siano ridotte a un “colabrodo” è, purtroppo, cosa nota a tutti. Anche i
lavori di riparazione del manto stradale latitano e quando vengono effettuati non sempre
rispettano la normativa prevista. Così può succedere che a causa di una segnaletica
carente e inadeguata in prossimità dei lavori stradali avvenga un incidente e i responsabili
vengano chiamati in causa per il risarcimento dei danni.
E’ quanto è successo nel comune di Meldola in provincia di Forlì-Cesena dove sia
l’amministrazione comunale, sia la ditta esecutrice dei lavori sono state condannate dalla
Corte d’Appello civile di Bologna al risarcimento di 9.000.000 di euro. L’incidente,
avvenuto nel 2001 sulla strada San Lorenzo-Fiordinano, causò la paralisi di Gabriele
Petrungaro oggi trentaquattrenne, e fu provocato dallo sbandamento dell’auto sul ghiaino
che non era stato segnalato come invece avrebbe dovuto essere per lavori in corso di
rifacimento del manto stradale, giudicato “non distinguibile dal resto della carreggiata”.
Il verdetto è immediatamente esecutivo anche se esiste ancora la possibilità del ricorso in
Cassazione (ma rispetto alla sentenza di primo grado il risarcimento è stato quasi
triplicato), e il caso può rappresentare un precedente importante, come sottolineato da
Paolo Mazzoni, responsabile dei rapporti istituzionali di Assosegnaletica-Confindustria: “Il
caso del comune di Meldola è emblematico per descrivere lo stato di abbandono in cui
versano oggi le strade in Italia, ha dichiarato. Da circa dieci anni la Sicurezza Stradale in
Italia è uno dei temi più discussi sia in Parlamento che in altre sedi non istituzionali ma di
fatto in concreto si è tentato di intervenire solo sull'inasprimento delle sanzioni a carico dei
conducenti e sulle revisioni dei veicoli”.
La manutenzione e il controllo delle strade sono ridotte all’osso e l’aumento dei rischi
legati alle infrastrutture stradali è in netto aumento “Nella fattispecie – ha proseguito
Mazzoni – uno degli elementi di sicurezza più trascurato è proprio la segnaletica stradale,
che ha raggiunto su base nazionale percentuali di difformità dal Codice della Strada
oramai superiori al 50% (un cartello su due è fuori norma) soprattutto nell'ambito della
segnaletica cantieristica, che per la sua caratteristica di temporaneità dovrebbe essere
sempre presente ed efficiente. In un Paese in cui è sempre difficile individuare un
responsabile, a nostro parere, bene ha fatto il Giudice a condannare sia il comune
committente e sia l'impresa esecutrice dei lavori per quanto accaduto.
La legge parla chiaro: l'ente proprietario della strada è il custode della nostra sicurezza e
deve rispondere per quelle che sono le sue competenze e responsabilità. Inoltre c'è da
sottolineare come in questi ultimi anni di crisi economica la scarsezza di risorse finanziarie
abbia acuito ancor di più il rischio della mobilità. Si spera solo che l'attuale Governo possa
emanare urgentemente il tanto atteso decreto attuativo della legge 120 del luglio del 2010
che prevede un impiego specifico dei proventi contravvenzionali al fine di migliorare la
sicurezza stradale”. (m.r.)
11 giugno 2013